L’acqua minerale naturale in commercio in Italia, è un’acqua di sorgente, solitamente imbottigliata, che secondo normativa italiana “D.Lgs. nº 176 dell’8 ottobre 2011 (attuazione della direttiva 2009/54/CE)”, è distinta e classificata in base al cosiddetto residuo fisso.
Acque minerali naturali distinte per residuo fisso:
Acqua minimamente mineralizzata (residuo fisso a 180 °C non superiore a 50 mg/litro):
le acque con residuo fisso molto basso (inferiore a 50 milligrammi per litro), anche dette “leggere“, oltre ad essere particolarmente indicate per chi soffre di ipertensione, sono ottime per l’alimentazione dei neonati, perché non appesantiscono la digestione. Queste acque favoriscono e facilitano il processo di diuresi (perché particolarmente povere di sodio).
Acqua oligominerale (residuo fisso a 180 °C compreso tra i 50 e i 500 mg/litro):
anche detta leggermente mineralizzata o “acqua da tavola“, è quella che beviamo più comunemente. Gli esperti raccomandano di berne almeno due litri al giorno per mantenere attivo il metabolismo e per far funzionare i processi fisiologici del nostro organismo.
Acqua minerale (residuo fisso a 180 °C compreso tra i 500 e i 1500 mg/litro):
si distinguono perché contengono una elevata quantità di sali minerali: bicarbonato, calcio, ferro, magnesio, potassio, zolfo. Ottime per gli sportivi per reintegrare i sali minerali perduti in seguito ad eccessiva sudorazione. Gli esperti consigliano di limitarne l’uso, e di assumere “non più di una bottiglia al giorno” di quest’acqua, meglio se alternata alla classica acqua oligominerale da tavola.
Acqua ricca di sali minerali (residuo fisso a 180 °C superiore a 1500 mg/litro):
le cosiddette acque “ricche” contengono una percentuale importante di sali minerali. Indicate in caso di dissenteria, vomito, ipersudorazione, crampi ed in tutti i casi di necessaria reidratazione (ottime quelle ricche di magnesio), vanno assunte su consiglio medico.
Tabella delle acque in commercio in Italia
N.B.: i valori indicati in tabella sono valori di massima, perché rappresentano una media delle determinazioni analitiche di prelievi fatti a campione. I valori riportati sull’etichetta di bottiglia, potrebbero quindi risultare suscettibili di piccole variazioni e/o leggere discrepanze.