Acqua minerale, oligominerale o dal rubinetto, qual è la migliore acqua da bere?
Quando si parla di bere sano, inevitabilmente il nostro pensiero va subito all’acqua minerale e alle bevande che è bene non bere e che per antonomasia possono nuocere alla salute: alcool, bibite gassate, succhi preconfezionati perché contengono troppi zuccheri, ecc.
Una vasta gamma di bibite e bevande che tra l’altro, molto probabilmente, non siamo nemmeno soliti consumare, che lascia così scadere il nostro interesse per un argomento che apparentemente non ci appartenere.
Quest’oggi, volendo essere più esaustivi e profondi, puntiamo invece il dito, su qualcosa che viene consumato abitualmente, ahimè, da molti cittadini e che appartiene alla categoria delle insospettabili: l’acqua oligominerale.
Ebbene, ciò che mi spinge a dare questo tipo di informativa e che mi fa pensare che questa tipologia di acqua, promettendo miracoli sulla diuresi, sulla “bellezza interiore ed esteriore”, ecc., abbia “ipnotizzato” con spot ammiccanti e promettenti una miriade di consumatori, è il fatto di trovare i carrelli pieni di bottiglie d’acqua minimamente mineralizzate e oligominerali, ogni qualvolta mi capita di entrare in un ipermercato.
Ma qual è la migliore acqua da bere?
A solo titolo di cronaca, e prima di entrare nel merito della questione, vi confido con un pizzico di sano orgoglio, che il sottoscritto beve solo ed esclusivamente acqua di rubinetto (ottima nella mia città… durante l’estate riempio la mia fidatissima bottiglia in vetro e ne conservo un litro in frigo in maniera di averla sempre fresca all’occorrenza e di evitare di sprecarla lasciandola correre inutilmente dal rubinetto per raffrescarla), abitudine la mia, che non innesca alcun impatto ambientale e che mi permette un risparmio anche in termini economici (cosa che non guasta mai!).
Premessa fatta, punto dritto alla promessa informativa che copio, così come ottimamente proposto in un articolo pubblicato su alimentazione-naturale.blogspot.it, eccola:
“L’acqua, come tutti gli alimenti, deve essere ricca di sali minerali, specialmente calcio e magnesio. Per tutti: bambini, ragazzi, donne, sportivi, anziani. Perché è stato provato che Ca e Mg (Calcio e Magnesio) si assimilano bene, come quelli del latte, rafforzano le ossa e sono anche calmanti e riducono i rischi di malattie cardiovascolari e tumorali. Solo i malati gravi ai reni hanno bisogno dell’acqua oligominerale. Paradossalmente in alcuni casi assumerla, può risultare inutile, specialmente d’estate, quando col sudore si perdono molti sali che quest’acqua in bottiglia non reintegra. Una specie di dannosissimo “effetto neve”. L’acqua povera di calcio e di residuo fisso è stata collegata da molti studi all’aumento di morti per malattie cardiovascolari. Molte volte, perciò, è meglio l’acqua di rubinetto se ricca di calcio (p. es. a Roma), anche se clorata. Il cloro evapora durante la bollitura”.
Conclusioni:
Sicuramente condivisibile e utilissimo (se non altro, a far aprire gli occhi a molti ignari consumatori), volendo dar ascolto ai consigli dispensati nel suddetto articolo, che invita a non preferire a prescindere (solo perché fa moda) acqua minimamente mineralizzata o oligominerale¹ (perché reintegra poco o nulla), se siete abituali consumatori di acqua imbottigliata² e quella del vostro rubinetto di casa proprio non vi va, consiglio comunque di confrontare e prestare sempre attenzione a ciò che viene riportato sulle etichette: concentrazioni estreme (sia nei valori minimi che in quelli massimi) possono risultare anti salutari.
Per cui (salvo che non vi sia necessità terapeutica, suggerita da un medico specialista), se proprio non potete farne a meno, invito a scegliere un’acqua imbottigliata che abbia un buon compromesso nella sua composizione. Buona vita a tutti!!!
.
Note:
1. l’acqua oligominerale ha un residuo fisso compreso tra 50 e 500 mg/l (fonte wikipedia);
2. significativo è anche l’impatto ambientale, legato al trasporto e al loro successivo smaltimento di bottiglie di plastica: nella sola Italia, una stima di Legambiente e Altreconomia fornisce un dato di oltre 6 miliardi di bottiglie in plastica da 1,5 litri, con impiego di “450 mila tonnellate di petrolio e l’emissione di oltre 1,2 milioni di tonnellate di CO2” (fonte wikipedia).