Risparmiare gas ai fornelli

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Risparmiare gas ai fornelli

Alla continua ricerca di articoli e consigli pratici utili al risparmio, alcuni giorni fa mi sono piacevolmente imbattuto nella lettura di un interessante articolo che spiegava in maniera pratica, un metodo alternativo per risparmiare sul consumo del gas. A seguire cercherò di sintetizzare a beneficio dei lettori di nonsolorisparmio questa utilissima pratica.

Risparmiare gas ai fornelli
Risparmiare gas ai fornelli

Innanzitutto, mi corre l’obbligo di ringraziare repubblica.it, Dario Bressanini che nella sua rubrica “Scienza in Cucina”, spesso e volentieri riesce a stravolgere luoghi comuni e qualsivoglia nostra fondata certezza.

Ebbene, nell’articolo intitolato “La cottura della pasta“, Bressanini, evidenzia quanto sia antieconomico il nostro modo di cucinare.

Risparmiare gas ai fornelli: veniamo ai fatti…

Nella stragrande maggioranza dei casi, quando vogliamo far cuocere la pasta, attendiamo che l’acqua in pentola arrivi ad ebollizione, poi a fuoco vivo, caliamo la pasta, aggiungiamo una manciata di sale grosso (c’è anche chi aggiunge il sale preventivamente in acqua fredda), attendiamo i canonici minuti (consigliati in etichetta) necessari per la cottura del formato di pasta scelto (in genere 12 – 14 minuti), ed il gioco è fatto.

Nulla da eccepire, l’italiano medio cuoce la pasta in questa maniera: le nostre nonne lo facevano così, poi la mamma ed oggi anche noi ereditiamo questo stesso modo di cucinare… che dire “normalità” assoluta! Poi, mi è capitato di leggere l’articolo di Bressanini e tutto ad un tratto, questa mia certezza ha iniziato a vacillare, perché ho scoperto che la pasta si può cuocere con una metodologia alternativa ed in maniera molto più economica.

Ma prima di spiegarne le modalità, è fondamentale la conoscenza di alcune nozioni basilari, per cui cito testualmente quanto asserito dall’esperto Bressanini.

La teoria di Bressanini:

“…la cottura della pasta è governata principalmente da tre fattori: la velocità di penetrazione dell’acqua all’interno dell’impasto, la gelatinizzazione dell’amido e la denaturazione e conseguente coagulazione del glutine.

Tutti questi fenomeni dipendono dalla temperatura. L’acqua penetra nella pasta anche a basse temperature, persino in acqua fredda, ma più la temperatura aumenta e più velocemente entra nell’impasto. La gelatinizzazione dell’amido è quel fenomeno in cui i granuli di amido assorbono acqua e formano un gel.

L’amido di frumento gelatinizza tra i 60 °C e i 70 °C. Il glutine denatura e coagula tra i 70 °C e gli 80 °C. Notate che sono tutte temperature molto al di sotto delle temperature di ebollizione comuni nelle nostre cucine. Questo significa che è possibile cuocere la pasta anche tenendo l’acqua a 80 °C, mettendoci solo un pochino di più perché l’acqua idrata l’impasto un po’ più lentamente”.

Procedimento di cottura passiva:

Con il conforto della chimica e della fisica applicata, non ci resta che sperimentare: riempiamo una pentola con due litri d’acqua da portare ad ebollizione col coperchio (per risparmiare sui tempi e sul gas).

Con l’acqua in ebollizione aggiungiamo una manciata di sale e un etto di pasta. Mescoliamo una ventina di secondi per evitare che la pasta si attacchi, dopo 2 minuti di ebollizione, spegniamo il gas e lasciamo la pasta in ammollo. Fatto ciò liberiamo il fornello (che risulterà pronto per altre eventuali cotture) e adagiamo la pentola in disparte avendo cura di rimettere il coperchio.

La pasta dopo 13 minuti (uno in più dell’indicazione della confezione), con l’acqua ancora abbondantemente al di sopra degli 80 °C (quindi al di sopra della temperatura di gelatinizzazione dell’amido e di coagulazione delle proteine), risulterà cotta a puntino.


articoli consultati: La cottura passiva della pasta


Risparmiare gas ai fornelli – Conclusioni:

Facendo un po’ di calcoli, con questo metodo alternativo possiamo risparmiare una cospicua quantità di gas… ecco i conteggi per una famiglia media: considerando che la pasta viene cucinata almeno 6 volte a settimana e che con il suddetto metodo si risparmiano 12 – 14 minuti di gas ad ogni cottura, in una settimana risparmiamo mediamente 72 – 84 minuti di gas, che moltiplicato per 52 settimane daranno un risparmio annuo tra i 3744 e i 4368 minuti di gas (62 – 72 ore di risparmio gas).

Considerato il rischio di un possibile insuccesso, la radicata diffidenza tipica di noi italiani e la spiccata fedeltà alle tradizioni di famiglia, dubito fortemente che saranno seguiti i consigli di Bressanini… alla luce del possibile risparmio pro-famiglia (che allargato all’intera collettività potrebbe far risparmiare risorse naturali esauribili con relativi benefici per l’intero ecosistema e fior fior di quattrini) personalmente sono fortemente tentato nel provare a sperimentare.


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Commenti su: “Risparmiare gas ai fornelli

  • 22 Febbraio 2024 at 20:25
    Permalink

    Utilizziamo questa tecnica di cottura da un paio d’anni. Tutto nasce sulla scia della diffusione della notizia proprio diversi mesi or sono. Con i fornelli ad induzione poi la cosa è più semplice ancora. Si risparmia, la pasta risulta cotta ed ha un buon sapore. Inutile dire che in questo modo si riesce a soddisfare tutti, ed anche cuocere la pasta per una sola persona alla fine non crea danni alla bolletta elettrica, mentre prima eravamo più riluttanti… Un caro saluto.

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