Fino ad un quarantennio fa, “l’uscita”, ovvero il vivere all’aperto, rappresentava: svago, divertimento e un ottimo diversivo da alternare alle sedentarie ore trascorse per studio… stare con gli amici, sia per giocare che per condividere qualche ora in comitiva, ci dava modo di staccare la spina in maniera benefica e spensierata. Poi, il progresso tecnologico degli anni Ottanta, e l’avvento delle prime consolle ludiche, mutarono drasticamente le nostre abitudini, risultando essere un diversivo fittizio che ci costringeva a stare comunque seduti tra le mura domestiche. La rivoluzione fu tale che ben presto i videogames furono additati come maggiori detrattori di ore libere: tempo sottratto alle uscite di casa, alla socializzazione e al confronto quotidiano con la realtà che ci circondava… A danno avvenuto, ci si rese poi conto che l’assuefazione era stata tale, che non si poteva più uscire dal pericoloso imbuto del conformismo tecnologico. Oggi questo triste primato è stato surclassato dai social network, dai cellulari e dalla tv digitale, che “piacevolmente” ci obbligano a stare a casa a poltrire davanti ad uno schermo.
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